LE SORELLE GIUSSANI: DIABOLIK E L’EMANCIPAZIONE

Nell’Italia del dopoguerra, la figura della casalinga era il modello femminile per eccellenza: i desideri imposti alle donne dalle nuove regole sociali erano tanti figli, un marito appagato, una casa perfetta e una sfilza di elettrodomestici scintillanti. Due giovani sorelle che scrivevano di un ladro spietato, a volto coperto e che non aveva paura di usare la violenza, erano sicuramente mosche bianche nel panorama fumettistico e non solo.

Le sorelle Giussani

Diabolik è stato il primo fumetto italiano a rivolgersi esplicitamente a un pubblico adulto. Come dichiarato da Angela Giussani, l’idea le venne dopo aver letto i romanzi con protagonisti Fantomas e Arsenio Lupin; infatti, Diabolik mischia la spietatezza del primo con la verve da gentiluomo del secondo. Il personaggio delle sorelle Giussani è completamente di rottura, in quanto non si era mai visto un villain nei panni del protagonista. Ma è proprio il suo essere un ladro che ruba ai ricchi a renderlo una sorta di eroe agli occhi dei lettori. Sulle pagine di cronaca nera abbondavano le storie di rapine, furti, banditi, in un’Italia del boom economico in cui le differenze tra un gruppo di pochi ricchi e uno di molti poveri si facevano sempre più marcate. I fumetti di Diabolik vennero più volte sequestrati e censurati, le sorelle Giussani portate a processo con l’accusa di istigare la gioventù alla delinquenza e alla promiscuità sessuale. Le autrici dichiararono più volte che la violenza messa in scena era contestualizzata all’ambito del poliziesco e quindi ampiamente giustificata.

Con la comparsa di Eva Kant, ci troviamo davanti all’ennesima innovazione portata da questo fumetto: una donna fortissima, non la solita bellezza di contorno, una donna con un passato burrascoso che salva la vita più volte al suo uomo. E, se ai tempi andavano di moda protagonisti maschili con il vizio delle donne, Diabolik è invece eternamente fedele a Eva, il loro è un solidissimo legame monogamo. Angela Giussani mise molto di se stessa nella figura di Eva Kant: era una donna forte, geniale, intraprendente. Il rapporto tra Eva e Diabolik era invece quello che le mancava nella vita: suo marito Gino Sansoni, proprietario della casa editrice Astoria, era un donnaiolo dal carattere complicato. Dopo il loro divorzio, Angela Giussani decise di fare da sé: fondò la casa editrice Astorina e, insieme alla sorella minore Luciana, iniziò a pubblicare quello che si sarebbe rivelato uno dei fumetti più celebri di sempre. Angela, in particolare, era una donna sui generis per i tempi: indipendente, colta, amava il proprio lavoro, aveva preso il brevetto da pilota, la patente, praticava moltissimi sport e aveva anche lavorato come fotomodella. Sua sorella Luciana, all’apparenza meno estroversa e brillante, era in realtà tanto dotata quanto la maggiore. Inizialmente, sotto consiglio del distributore, le due sorelle firmavano Diabolik con i loro nomi puntati perché al pubblico del tempo sarebbe risultato difficile credere che una storia tanto cinica potesse essere scritta da due donne.

Diabolik e la sua compagna di vita Eva Kant

Una casa editrice fondata da due donne, che producono da sole i propri fumetti, li scrivono e hanno l’ultima parola su ogni aspetto del proprio lavoro. Angela e Luciana Giussani avevano un rigore nel mestiere che le portava a non avere tempo quasi per nient’altro. Le due si documentavano minuziosamente su ogni dettaglio relativo alla trama, consultando poliziotti e dottori per essere il più accurate possibili. Alla fine degli anni ’60, alle due sorelle si affianca una terza sceneggiatrice, Patricia Martinelli: la triade tutta al femminile lavora sull’evoluzione del personaggio di Diabolik, dotandolo di una psiche sempre più fine e complessa. Inoltre, con il grande aumento delle vendite, il fumetto si fa esplicito promotore di battaglie sociali: diventa veicolo di campagne a favore dell’emancipazione femminile, del divorzio e della chiusura dei manicomi. Negli anni ’80 e ’90 la componente politica divenne ancora più forte e le sorelle Giussani decisero di ridurre il numero di uscite per mantenere sempre alta la qualità della storia.

Quando Angela Giussani morì nel 1987, Luciana Giussani era tentata di vendere la casa editrice ma temeva che questo avrebbe distrutto tutto il lavoro che lei e la sorella maggiore avevano fatto e che questo avrebbe rappresentato un tradimento nei confronti di Angela. Alla fine, decise di vendere l’Astorina a Mario Gomboli, uno dei suoi fedelissimi, che è ancora direttore della testata di Diabolik.

Il re del terrore è ancora uno dei personaggi più celebri del fumetto italiano, unisce migliaia di appassionati lettori che creano fan club, blog, forum di discussione, eventi. Speriamo che l’evento tenutosi il 1° aprile presso la nostra biblioteca sia stato di vostro gradimento e abbia reso giustizia a un personaggio tanto iconico e a due donne straordinarie come le sorelle Giussani.

Fonte: “Diabolik, come nasce un mito – La storia siamo noi” di Gianni Minoli, 2009

1 commento

  1. Grazie!!! Ho scoperto tante curiosità inaspettate su Diabolik e le sue ideatrice.

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