Quando pensiamo a Topolino, la prima immagine che ci viene in mente è quella di un personaggio allegro, familiare, amichevole, a volte addirittura un po’ stucchevole. Le preferenze della maggior parte del pubblico generalista vanno al suo amico Paperino, facile alla rabbia, sfortunato, imperfetto, uno di noi. In realtà, alle sue origini, Topolino era un personaggio completamente diverso: il protagonista dei primi corti animati targati Disney era un calco perfetto della personalità del suo autore. Era campagnolo, iroso, si divertiva a infastidire una miriade di animali da fattoria, era dispettoso, sempre pronto a burlarsi dei suoi coprotagonisti.
Nei primi cortometraggi, come Plane Crazy e The Plowboy, vediamo Topolino non solo dare fastidio ad alcuni animali ma anche tentare più volte di baciare Minnie senza il suo consenso, lo vediamo fumare e consumare alcolici. Ovviamente, bisogna tenere conto che negli anni ’20 era prassi che i personaggi dei cartoni animati si comportassero così. Il primo Topolino, oltre a essere molto differente nella personalità, aveva anche un design diverso rispetto a quello che conosciamo. Nei primi bozzetti di Disney aveva un muso molto più allungato, indossava la camicia, un paio di bretelle e un fazzoletto al collo.
L’estetica attuale si deve al più fedele collaboratore di Disney, Ub Iwerks, che regalò a Topolino il suo aspetto tondeggiante, puntando sulla regola dei tre cerchi. La quasi totale mancanza di riconoscimento dei meriti di Iwerks, portarono quest’ultimo e Disney a rompere i rapporti sia lavorativi che personali.
Il Topolino family friendly che conosciamo tutti deve la sua nascita, in particolar modo, ai fumetti a lui dedicati. L’immagine “ripulita” di Topolino è andata di pari passo con quella del suo creatore. Walt Disney appariva sempre sorridente e cortese nei video promozionali e nelle interviste ma in realtà aveva un carattere molto difficile. Fumatore incallito, era sempre accompagnato dalla sua inconfondibile tosse, era sboccato e piuttosto tirannico nei confronti dei dipendenti. Il suo comportamento portò i sindacati a organizzare uno sciopero a cui aderirono moltissimi dei lavoratori dello studio di animazione. Disney, per vendetta, parodiò la protesta nel lungometraggio Dumbo, rappresentando gli scioperanti come dei clown.
L’Italia è uno dei paesi che continua a produrre il maggior numero di fumetti dedicati a Topolino e le opere nostrane sono prestigiose e molto apprezzate anche all’estero. Ne parleremo nell’incontro che si terrà sabato 14 gennaio alle ore 17, presso la nostra biblioteca. Vi attendiamo numerosi!