Solo due incidenti nucleari nella storia sono stati classificati al settimo e massimo livello sulla scala Ines – un modello internazionale sviluppato dall’AIEA (Agenzia internazionale per l’energia atomica) che consente una tempestiva percezione della gravità di un incidente – come “catastrofico”.
Si tratta del disastro di Chernobyl (Ucraina) del 26 aprile 1986, conseguenza di errori umani e di progettazione della centrale, e del disastro di Fukushima dell’11 marzo 2011, la cui causa prima va individuata nel terremoto e nello tsunami che colpirono il Giappone settentrionale l’11 marzo 2011, causando complessivamente quasi 20.000 morti.
Nel decennale di quel giorno, segnaliamo alcune risorse disponibili in Rete e nel nostro Sistema bibliotecario, partendo dal percorso di lettura su #Biblioclick > bit.ly/3bx7y9x
Il disastro naturale e l’emergenza nucleare monopolizzarono per giorni l’attenzione del mondo, trovando ovviamente ampio spazio anche sulle prime pagine delle testate italiane. Almeno fino a quando gli sviluppi della guerra civile libica – con l’intervento militare di alcuni Paesi Nato contro il regime di Gheddafi – non relegarono alle pagine interne le cronache da Fukushima e da un Paese piegato dalla calamità.
Per navigare nella storia e scoprire, rivivere o approfondire quanto accaduto – fissato giorno dopo giorno sulle pagine del Corriere della sera – attraverso il portale MLOL del nostro sistema bibliotecario è possibile consultare gratuitamente l’Archivio storico del quotidiano di via Solferino > bit.ly/2QxTEWI
🎥 Su #RaiPlay è disponibile il 9° episodio della serie “Ossi di Seppia – Il rumore della memoria”, dedicato proprio a “Fukushima: l’incubo nucleare”. Una sintesi in un format molto fruibile (15 minuti) affidata al racconto di Paolo Salom, corrispondente del Corriere della Sera bit.ly/3ckq4RF
Concludiamo segnalando la riflessione di Paolo Giordano pubblicata su ‘La Lettura’ del 28 febbraio. «E invece»”[…] Quel che mi resta del viaggio a Fukushima dopo un decennio è forse racchiuso in queste due parole. Un sisma di quella portata e un’onda del genere non erano prevedibili. E invece. La centrale era controllata, era sicura, era efficiente, era giapponese! E invece. Forse, dopo un anno tutto passato fuori dall’ordinario, siamo più disposti di prima ad accettare le implicazioni di questa espressione. Cosa cambiare allora se i segnali intorno ci ripetono che la nostra epoca richiede di aprirci all’ipotesi del dirompente, se le scienze ci avvisano che l’estremo potrebbe diventare la norma e l’improbabile sempre più probabile? Come si sviluppa un senso nuovo per cogliere ciò che ora non riusciamo nemmeno a immaginare?”.
Di fronte ai rischi dell’energia nucleare, Lo scrittore (e fisico) si interroga su come conciliare il nostro radicato “pregiudizio della gradualità” – che ci porta a non “prendere in seria considerazione ciò che ci appare altamente improbabile” – e l’evidenza che in un mondo sempre più interconnesso – nel quale “è molto più facile che si producano fenomeni di accumulo incontrollato che diventano rapidamente globali” – stiamo assistendo “con frequenza sempre maggiore a stravolgimenti che violano la logica della probabilità, perfino della verosimiglianza”. L’inserto culturale del Corriere della Sera ha dedicato uno speciale di quattro pagine all’anniversario di quell’11 marzo 2011. L’edizione completa nell’edicola MLOL > bit.ly/2PFPGey
Scopri di più da Biblioteca civica Cologno Monzese
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.